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IL GOVERNATORE PANETTA HA RAGIONE. BISOGNA INIZIARE A TAGLIARE I TASSI

04 dicembre 2023

Petri, presidente FedArt Fidi: "L’inflazione è tornata a livelli pre Covid, famiglie e imprese hanno ridotto consumi e investimenti. Se la Bce non inverte la rotta, un’economia che ristagna entrerà in depressione".

La prima uscita pubblica del Governatore di Banca d’Italia Fabio Panetta prima al convegno del gruppo Iccrea e delle banche di credito cooperativo, poi all’incontro con le imprese, si è rivelata un assist prezioso. Industriali e artigiani hanno applaudito alle tesi del Governatore. Fabio Petri, vicepresidente nazionale Cna e fresco di nomina al vertice di FedArt Fidi, la federazione dei consorzi fidi delle imprese artigiane, rilancia l’invito di Panetta e manda messaggi alla Bce e alle banche.
"L’inflazione tornata sotto l’1% dovrebbe spingere la Banca Centrale Europea a una maggiore cautela nella politica dei tassi. Come ha sottolineato il governatore della Banca d’Italia, la stretta della Bce si sta rivelando sui prestiti più forte del previsto. L’impatto di questa politica sugli investimenti delle imprese e sui consumi delle famiglie potrebbe avere effetti duraturi su un’economia già ristagnante con concreti rischi depressivi".

L’allarme del governatore Panetta che effetti avrà?
"A me è piaciuta la sua analisi lucida sugli esiti delle politiche della Bce sui tassi. Il calo del Pil è stato una conseguenza di questa stretta creditizia. Il Governatore non lo ha detto chiaramente, ma ha lasciato intendere che si aspetta un taglio dei tassi di interesse. O che almeno la Bce prenda in considerazione l’ipotesi di abbassarli".
Industriali e artigiani, con la Cna, lo chiedono da tempo.
"Sono due trimestri che si correggono in negativo le previsioni di crescita del Pil. La correzione va fatta alla svelta, è il momento di tornare indietro. Siamo in una fase nella quale si rischia di paralizzare le economie più fragili. Imprese e famiglie pagano tassi di interesse troppo alti per avere affidamenti e mutui. E questo dura da troppo tempo".

Può dare cifre dei fenomeni in atto?
"Conosco bene il meccanismo dei prezzi delle materie prime di maggiore diffusione, come alluminio, rame, nichel. Siamo tornati ai livelli pre Covid, anche più bassi, dopo l’allarme sui rialzi. L’inflazione è tornata nei ranghi, il mercato ha già scontato gli effetti. Ci sono i costi dell’energia ancora alti, ma la percentuale è sotto l’1%".

L’unica soluzione è dare più benzina agli investimenti delle imprese?
"Con un debito pubblico così alto non possiamo permetterci il lusso di non puntare allo sviluppo e alla crescita del Pil. Altrimenti spenderemmo tutte le risorse per pagare gli interessi sul debito e sui titoli di Stato, faremo manovre per tappare la falla. I soldi che si risparmierebbero con l’abbassamento dei tassi potrebbero essere usati per programmare investimenti. Con i fondi del Pnrr che tardano ancora dispiegare i loro effetti benefici, sarebbe una mossa che ridarebbe fiato all’economia".

Il Governatore Panetta non l’ha detto, ma da chi si aspetta una mossa per ridurre i tassi? Dalla Bce, dalle banche?
"Neanche le banche hanno interesse a restare così. Anche loro sanno che una politica di tassi rigidi rischia di far tornare la stagione nera dei crediti deteriorati. Lo ha detto anche Panetta che serve equilibrio. E’ nell’interesse delle banche invertire il trend dei tassi da parte della Banca Centrale Europea".

Provi a tradurre queste politiche in terra di Siena. Quali effetti per le imprese locali?
"Il mercato anticipa sempre le tendenze, se da Francoforte arrivassero segnali di tagli dei tassi, gli investimenti e i consumi ripartirebbero anche qui. Con un Pil che crescerà dello 0,6% non ci sono troppe speranze. Basterebbe un segnale timido e le stime potrebbero tornare sopra l’1%".

Fonte: Articolo di Pino Di Blasio (La Nazione - Siena)

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